Fontanesi ha percorso tutto l’iter della pittura partendo d aun preparazione tradizionale, attraverso le tappe della cultura e della tecnica pittorica con un chiaro piacere fisico della forma e della materia in un lungo itinerario dal “paesaggio” alla “figura”.
Una sera sfogliando un libro per bambini “JE TRAVAILLE COMME UN JARDINIER” rimane folgorato dalle forme e dai colori realizzate da un bambino di 80 anni Joan Mirò.
La notte sogna fiori, colori, giardini.
Al primo sole del Mattino va nel suo piccolo giardino e il sogno diventa realtà.
Fiori gialli, rossi, viola, rosa, alti , bassi , dritti, storti, tra i sassi e alcuni arrampicati in cerca di luce sul muro di confine ricoperto di vecchi manifesti, strappati sbiaditi, ma in armonia coi colori dei fiori.
Stacca frammenti di carta dal muro li incolla e con poche pennellate veloci su quella tela appaiono le sue emozioni.

Francesco Fontanesi

La vicenda pittorica di Francesco Fontanesi è una storia di passione per l’arte. A raccontarla difficilmente potrebbe essere racchiusa in una pagina soltanto; a meno che questa storia , scandita da un sempre intenso lavoro, non la si voglia sintetizzare in un ‘ unica parola: colore.

Al colore Fontanesi ha sempre dedicato molte sue energie e molti suoi pensieri ….approdato, dopo aver navigato per molti nostalgici sogni e molti incantamenti, in un sorprendente paese dove i colori hanno tutte le fragranze, le sensibilità e le calde accensioni di una luce “mediterranea” che deflagra anche sui grigi e sui neri e nei blu delle notti.

Questi colori, tuttavia, sono privi di consistenza a spessore naturlistico, appaiono cioè liberi da ogni vincolo con il reale, liberi dunque, ad esempio di trasformare una piazza in uno scintillante tappeto giallo, un albero in un acuto diapason rosso oppure di rivestire le case di azzurro e di violetto come un cielo in un crepuscolo d’estate. … il colore è per Fontanesi non solo una qualità della superfice, ma qualcosa che risplende dall’interno rivelando l’essenza del mondo, qualcosa da sentire con la mente e con il corpo, qualcosa da immaginare, toccare odorare.

Si vanno ormai decantando il tumulto del colore e il groviglio delle forme che avevano segnato l’esordio di Francesco Fontanesi come pittore. C’era, dietro quell’enfasi espressionista, un’urgenza, una necessità vera di dire, di esprimersi, come se il desiderio della pittura fosse stato, dentro di lui, troppo a lungo compresso e sviato.

Non gli concede, tuttavia, tregua quella passione. Quell’esasperazione e quell’ansia delle forme paiono ancora segnare, almeno in parte, le figure-anche gli sfondi quasi oppressivi di un tempo hanno lasciato il posto al vuoto, con la superficie bianca della tela navigata da un puro segno sinuoso (l’amore del pittore per Matisse è evidente) -, o essersi trasferite nelle sculture in terracotta, talvolta colorate, cui Fontanesi ha cominciato a lavorare alcuni anni fa.

Nella pittura invece, quell’oscura tensione si è allontanata e sono venuti emergendo interni, che si aprono sul paesaggio, abitati dalla solitudine, o da muti reperti del passato, e , soprattutto, vedute di città. La linea aggrovigliata ha ceduto il passo alle esigenze della geometria, con quella scomposizione e quell’addensarsi delle forme dei piani introdotti dal cubismo. L’introduzione del collage (carte colorate, frammenti di giornale con scritte) e la scelta di toni meno accesi determinano una visione meno concitata. L’occhi, non più stordito e oppresso dall’irruenza e dalla forza del colore, più a lungo si posa sulla superficie dell’opera, inseguendo il disegno della matita che qua e là affiora, e le rime scandite dai tetti, dalle finestre, dalle facciate, dalle torri e dai campanili svettanti sulle nostre città emiliane. Sembra che Fontanesi le veda come un corpo raccolto su se stesso, coeso, ordinato nel disordine di una crescita spontanea ma sempre legata a condivise radici comuni: la memoria di una città antica che ritorna, che non muore.

Sandro Parmiggiani  (Curatore esposizioni  Palazzo Magnani, RE)

Opere:

Imago Hominis #3

Imago Hominis #3

Anno2018DoveComplesso monumentale de l'Ospitale, Rubiera- Reggio Emilia
Cinema #4

Cinema #4

Anno2001-2004Tecnicaacrilico su tavola e decoupage
al Caffè #6

al Caffè #6

Anno2012-2018Tecnicaacrilico su tavola
Tra storia ed arte #2

Tra storia ed arte #2

Anno2018-2021TecnicaAcrilico su tavola
Astratti #8

Astratti #8

Anno2001-2014Tecnicatecnica mista
Disegni #9

Disegni #9

Anno2001-2021Tecnicatecnica mista
Esopo #1

Esopo #1

Anno2001- 2011TecnicaAcrilico su tavola
Paesaggi #5

Paesaggi #5

Anno1998-2021Tecnicatecnica mista
Volti #7

Volti #7

Anno2001-2021Tecnicatecnica mista